L’attuale crisi del Governo riguarda anche il nostro settore. Quest’ultimo, invero, può esser considerato plastico preludio, già da qualche mese, delle sorti che attendevano l’Esecutivo Conte – che comunque ringraziamo per l’impegno profuso -, nel momento in cui il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti era divenuto inoperativo nel dare concretezza ai punti che la nuova legge 12/2019 necessita di veder partoriti per il ripristino della legalità nel trasporto pubblico non di linea. Adesso, altrettanto a preludio dei contrasti sistemici che sono facilmente ipotizzabili qualora durante l’attuale Legislatura nascesse una nuova maggioranza parlamentare per un Governo all’insegna del “Mai con quelli!”, ci chiediamo come potrà trovare applicazione la legge 12/2019 tra, da una parte, quelle forze che stavano provando a ripristinare la legalità nel settore e, dall’altra, quelle forze che da svariati anni, con sospensioni ripetute, aprivano alla deregolamentazione di fatto, incuranti dell’imperversare della legge della giungla. Dunque, visioni antitetiche per un settore che invece necessita, a tutela sia delle tante piccole imprese che ne sono motore e anima, sia dei fruitori, di chiarezza.
Alla luce di ciò, consapevoli che le alchimie parlamentari rientrino nel gioco costituzionale, siamo preoccupati del caos in cui verrà nuovamente a trovarsi il nostro settore. Perché di fatto, al di là dei giochi di palazzo per la conservazione di posizioni e potere, formalmente legittimi, è la legge non scritta della morale che un degno rappresentante della Nazione non dovrebbe mai dimenticare, e di questa, sua stella polare dovrebbe essere la costante di esser sempre espressione di quella sovranità popolare che la nostra Costituzione cita nel suo primo fondativo articolo, affinché, attraverso un coerente e omogeneo progetto politico non vada tanto contro qualcosa o qualcuno, ma operi per il Bene Comune.
Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi