Falso dentro, uguale fuori. Il «pappagallo» sul tettuccio della macchina e l’insegna chiara su fondo nero: taxi. Sul lunotto posteriore, incollato al vetro, il numero «civico» della vettura, cioè il codice che identifica l’autorizzazione del Comune al servizio di trasporto pubblico.
Nell’abitacolo, agganciato allo specchietto retrovisore, il tassametro elettronico per il calcolo della tariffa. C’era tutto il necessario sulla Citroën Xsara sequestrata dalla pattuglia Freccia 1 della polizia locale. C’era tutto, e non avrebbe dovuto esserci. Auto bianca, lavoro sporco: quel taxi, mimetizzato (quasi) perfettamente nella flotta legale di Milano, era abusivo. Il signor G. M., 65 anni, ex tassista, aveva venduto la licenza dieci anni fa. Il mezzo per tornare in pista l’ha comprato da un altro tassista dimissionario, tale V. I., cinquantenne milanese. Il signor G. e il signor V. si sono accordati per aggirare i controlli amministrativi e ingannare i clienti. Ma sono stati beccati e denunciati dai vigili. La Xsara è sotto sequestro nel deposito della municipale.
Una Xsara nella pastetta tra due Mister ex. Le accuse per gli ex tassisti sono, a seconda: uso di atto falso (il numero «civico» che consente di caricare passeggeri) e falsa assicurazione del veicolo (articolo 485 del codice penale). Ma per capire questa storia bisogna partire da una domanda: com’è potuto accadere? Come è possibile che un taxi passi di mano in una trattiva privata e torni sulle strade senza che nessuno si accorga del tarocco?
Il signor G. è passato inosservato ai posteggi (spiegazione: gli abusivi non frequentano le zone di carico per evitare contatti con i tassisti in regola) ed è stato ignorato dai colleghi. Del resto, tra i padroncini, era un volto familiare: l’avevano incrociato già dieci o quindici anni fa, era uno di loro, si sarà rimesso in pista, nessun sospetto sollevato in una categoria tutt’altro che distratta su concorrenza e affari. Gli agenti della Freccia 1 – nucleo potenziato dall’assessore alla Sicurezza, Marco Granelli e dal comandante Tullio Mastrangelo dopo le recenti proteste di piazza e la trattativa antiabusivi a Palazzo Marino – hanno smascherato il signor G. durante un controllo di routine: i turni erano stati falsificati e il tagliando che contiene il «civico» erano fatto di carta anziché di metallo, come fosse provvisorio. Pacchetto all inclusive .
Al termine della sua vita di servizio, la Citroën avrebbe dovuto essere «ripulita», il computer di servizio «spiombato» e la vettura riconvertita al trasporto privato. La «truffa» comincia in questo passaggio. Il signor V. ha venduto un taxi completo al suo erede illegittimo: strisce identificative sulle fiancate, cupolino, tassametro, la scheda telefonica per il posteggio e la tabella plastificata dei turni (che il signor G. ha poi ritoccato). Entrato in possesso dell’eredità, il tassista senza licenza è tornato a circolare a dieci anni dall’ultima corsa legittima, senza l’autorizzazione del Comune e con la polizza assicurativa scaduta.
La denuncia è di falso per il signor G. (ex tassista, attuale abusivo) e di concorso per il cinquantenne che gli ha venduto la macchina (ex tassista e complice dell’abusivo). La Citroën bianca è stata confiscata per l’articolo 86 del Codice della strada. Al signor G. è stata anche ritirata e sospesa la patente di guida.
Fonte: Corriere della Sera
Ultima modifica: 18 Aprile 2014