Cordoglio e rabbia al funerale di Alfredo Famoso. Per l’ultimo saluto al tassista scomparso sono arrivate centinaia di persone. Amici, autorità, parenti e colleghi, qualcuno è arrivato con il suo taxi anche dal Piemonte, tutti per l’addio finale all’uomo morto pochi giorni fa.
Da una parte la commozione e lo stupore, dall’altra la rabbia della categoria: «Credo sia incomprensibile come si sia arrivati a questa situazione a partire da una questione così banale – ha commentato a margine Raffaele Grassi, consigliere comunale di Valori per Milano – e sento molta tensione tra i colleghi perché si vedono descritti spesso sotto una luce negativa dalla stampa».
E in effetti poco dopo il termine della cerimonia un tassista si presenta davanti alle telecamere per sfogare tutta la sua rabbia: «Se Fiorello investe un pedone arrivano messaggi di solidarietà da ogni direzione, invece in questo caso il tassista viene messo in cattiva luce perchè avrebbe provocato, ma voi non raccontate che quell’uomo aveva tirato un calcio alla portiera e gli aveva detto: cos’è vuoi fare la fine del tuo collega?».
Il riferimento è al tassista ucciso perché aveva investito accidentalmente un cane. «Al mattino quando esco – urla un altro alle sue spalle – mia moglie non sa se mi vedrà tornare a casa». «Sembra più facile – conclude Grassi – ricordare i pochi gesti contestabili e non tutti quelli positivi che i tassisti compiono ogni giorno». Lacrime e sfoghi dopo il momento di raccoglimento sotto le navate. «Caro papà chi semina raccoglie e sembra che tu abbia avuto una vita piena di raccolto viste tutte le persone che sono qui oggi – ha esordito il figlio Federico – mi manchi tanto e volevo dirti che ti amo». «Noi famigliari vogliamo ricordarti come ti abbiamo visto negli ultimi mesi – dicono i nipoti – illuminato dalla gioia per la nascita del tuo nipotino, ci mancherà il tuo sorriso e la tua voglia di fare: la giustizia farà il suo corso e noi affronteremo il dolore, un ultimo messaggio per la nostra città: che la morte di Alfredo sia un monito affinché il nostro vivere torni a essere civile e rispettoso».
Dopo tante emozioni la bara esce tra gli applausi, mentre le decine di taxi parcheggiati intorno alla chiesa tornano lentamente verso le strade che non sembrano più così tranquille.
Fonte: Il Giornale
Ultima modifica: 6 Marzo 2014