Firenze, 29 aprile 2019.
Il verdetto dei giudici amministrativi ha stroncato su tutta la linea le atipiche tesi della multinazionale tedesca Mytaxi e dell’Antitrust, circa una lesione alla concorrenza da parte dei radiotaxi romani e milanesi, e dunque italiani in generale, perché si sarebbero permessi di adottare la cd. clausola di non concorrenza tra soci, prevista dal Codice civile, e dunque vigente per tutto il sistema economico italiano e vigente grosso modo in ogni ordinamento dei paesi civili.
Questa è una vittoria sì per i tassisti, ma per tutta l’economia italiana, e dunque ci auguriamo che proprio come noi, ogni sindacato e associazione dei consumatori oggi esulti, perché, altrimenti, starebbe semplicemente dando prova di operare per la tutela di interessi particolari, stranieri o nazionali che siano.
Senza la clausola di non concorrenza, infatti, come pare aver ben capito il giudice amministrativo, mai si sarebbe potuta avere la concorrenza stessa, la nascita di nuove compagnie taxi. Diversamente, la pretesa di non applicare tale clausola serve soltanto al celere strutturarsi di operatori monopolistici forti delle loro illimitate finanze.
Anche alla luce di questo inutile e dannoso caso, che si sarebbe tranquillamente potuto evitare, tutto il nostro sistema istituzionale, così come composto dagli organi costituzionali, e come implementato negli ultimi decenni con le autorità indipendenti, non dimentichi mai che lavoro, impresa e cooperativismo, sono stelle polari della nostra Costituzione, e che dalla difesa della piccola impresa artigiana, dalla sua valorizzazione nelle sue dinamiche individuali e associative, passa la diffusione della ricchezza; viceversa, nessuna istituzione mai assecondi l’arroganza del capitale che non innova, ma distrugge, che non distribuisce ricchezza ma la concentra, che baratta benessere sociale con costi bassi, perché tutto questo non è sviluppo, non è progresso.
Claudio Giudici
Presidente Nazionale Uritaxi