Aprivano il portabagagli del taxi e rubavano la valigia del passeggero. Erano esperti i cinque della banda. Non agivano solo a Roma ma anche a Milano. Erano ben vestiti e insospettabili.
Era difficile accorgersi di loro. L’altro ieri però li ha notati una pattuglia dei carabinieri della Compagnia Centro del capitano Andrea Cinus. I militari sono riusciti a catturare due balordi in via Sistina, accusati di furto aggravato in concorso. Sono il messicano Xavier Neto Arriaga e il peruviano Andres Ugo Castillo Pastor, di 55 e 54 anni. Il gruppo aveva appena messo a segno un colpo. I cinque sono arrivati a bordo di una Ford Fiesta di colore blu intestata a un italiano residente a Pomezia che ha firmato la perdita di possesso della vettura, quindi era all’oscuro della finalità alla quale era destinata la macchina. La vettura ha superato il taxi.
Quattro di loro sono scesi in strada, mentre il quinto li aspettava al volante, pronto a fuggire. Tre hanno cercato di distrarre il conducente dell’auto bianca e il cliente che era seduto sul sedile posteriore. Invece il quarto sudamericano ha aperto lo sportello posteriore e ha sfilato la valigia che era nel portabagagli. Pochi attimi. Poi se n’è andato nella Ford Fiesta. I carabinieri hanno notato la scena, bloccando due complici.
Gli investigatori sospettano che la banda abbia agito anche da altre parti. Come a Milano. All’esterno dello scalo di Malpensa e nel centro della città monegasca, prendendo di mira i turisti all’esterno degli hotel di lusso. Rubare valigie significa tentare il colpo grosso, cercare il bottino che conta, non sapere cosa si può trovare. E a volte, stando agli accertamenti dei carabinieri, alla banda sono andati bene gli affari. Una volta sarebbe riuscita a portare via una borsa con 100 mila euro di gioielli che erano stati comprati da una signora a Dubai, negli Emirati arabi. In totale i carabinieri avrebbero stabilito che il gruppo si è reso responsabile di almeno una decina di furti, compiuti con lo stesso modus operandi. Sarebbe la “firma” della banda.
L’abilità dei sudamericani sarebbe anche l’indizio che potrebbe incastrarli e renderli responsabili di altre azioni, sia nella Capitale sia a Milano. Lo accerteranno i successivi accertamenti dei militari che terranno conto anche delle immagini registrate dagli impianti di sicurezza all’esterno degli hotel e degli aeroporti.
Fonte: il Tempo
Ultima modifica: 15 Giugno 2014