Non è nostra abitudine farci strumentalizzare attaccando il lavoro e chi produce valore reale, tanto più se espressione dell’imprenditoria che porta ricchezza diretta al Paese. Troviamo dunque incompetente e offensivo, quanto detto dal presidente di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, durante la trasmissione Coffee Break di ieri 3 gennaio 2024, su taxi, balneari e ambulanti sul tema “concorrenza”. Trattasi di oltre 200.000 imprese, ognuna con propri assetti organizzativi, e dunque, alla luce di questi numeri, differentemente da quanto detto da Scordamaglia, non esiste un problema di concorrenza in questi settori, né di arretratezza di servizio o tecnologica. Non comprendere, proprio da chi si fa portatore nel nome stesso di ciò che rappresenta – Filiera Italia appunto! – che anche questi settori, come tutte le imprese italiane, sono sottoposte ad un’aggressione da parte di finanza e multinazionali che intendono parassitare, violando o cambiando regole in corso, attraverso lo spauracchio della concorrenza e dell’arretratezza – tutti temi usati appunto da Scordamaglia – per poi divenirne oligopolisti o monopolisti, lo troviamo piuttosto imbarazzante se non addirittura strumentale! Affermare poi che “il nostro Paese” abbia fatto “risultati positivi nel 2023 né per i balneari né per i tassisti”, come se i lavoratori di questi settori non contribuissero anch’essi al pil nazionale, è offensivo oltre che irrazionale. Il settore taxi, così come gli altri tirati in ballo da Scordamaglia, non hanno timore del “rischio di mercato”, che già c’è, ma del “rischio di regole”, non fatte rispettare, cambiate in corso di partita, oppure di favore per le grandi multinazionali e di sfavore per le pmi. Invitiamo Scordamaglia a documentarsi prima di parlare di cose che evidentemente non conosce ed a correggersi prontamente viste le tante aziende italiane che costituiscono la fondazione di Filiera Italia.
Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi