Si chiama Zego ed è la “app” che ha preso il posto di Uber sotto forma di “car pooling”, così da evitare l’accusa di concorrenza sleale o aggirare le sentenze già pronunciate a riguardo, che hanno bandito l’applicazione nata in California. I “driver” di Zego, per ora, non corrono il rischio di incappare nelle sanzioni elevate da Palazzo Civico agli autisti improvvisati di Uber, finiti in un limbo di carte bollate e ricorsi amministrativi, cominciati, quasi tutti, con il sequestro del veicolo di servizio. «A Torino sono passati tutti su Zego», ammette candidamente uno degli «oltre 300» nuovi “driver” pizzicato in un filmato anonimo pubblicato sulla bacheca Facebook del capogruppo della Lega Nord in Sala Rossa, Fabrizio Ricca. Zego, a differenza di Uber, «conviene se hai la macchina che consuma poco», aggiunge l’ignaro protagonista del video, ben felice di sponsorizzare il servizio, visti i guadagni già ottenuti. «Un part time ci esce fuori, per me che lavoro, per te che non lavori ci esce uno stipendio». Perché «non è un taxi questo», anzi, «saranno i tassisti che ci riempiono di botte», profetizza il “driver”.
Ultima modifica: 1 Febbraio 2016Ti potrebbe interessare anche
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Last modified: 1 Febbraio 2016