Giornata de455-txcisiva per Simone Borgese, il 30enne romano accusato di aver stuprato una tassista, lo scorso 8

maggio, a Ponte Galeria. L’uomo, attualmente detenuto nel carcere di Regina Coeli, dovrà presentarsi

nell’aula della V sezione penale per difendersi dall’accusa di violenza sessuale, rapina e lesioni. Era un

normale venerdì di maggio quando, verso le 7, una tassista 42enne si trovava in via Aurelia, nei pressi di

piazza Irnerio. Qui, un ragazzo di bell’aspetto, le fa cenno con la mano e la donna accosta per farlo salire.

L’uomo chiede di farsi accompagnare in via Pescina Gagliarda. Arrivati a destinazione, anziché pagare, fa

accostare il taxi, sferra un pugno alla donna e, in ultimo, la immobilizza. La tassista è pietrificata e in balia del

suo aggressore che, così, la costringe a subire un rapporto sessuale. Non sazio, secondo quanto ricostruito

dagli inquirenti, afferra l’incasso (circa 90 euro) maturato dalla donna nel suo turno di lavoro e si da alla fuga.

Una breve latitanza durata pochi giorni, quella del 30enne, perché la donna era riuscita a fornire agli

investigatori un suo preciso identikit che ne ha reso possibile l’arresto. Proprio grazie alla pubblicazione delle

foto del 30enne è stato possibile scoprire anche un altro caso a lui riconducibile. Si tratta di quello, del giugno

scorso, in cui Borgese avrebbe molestato una giovane all’interno di un ascensore. La ragazza, non potendo

fornire agli inquirenti l’identità del suo aggressore, aveva sporto denuncia contro ignoti per poi riconoscere il

volto del suo aggressore sui giornali.. Episodio, questo, per il quale Borgese, come disposto venerdì dal gup

Maria Agrimi, è stato rinviato a giudizio e dovrà sostenere un secondo processo che inizierà il prossimo 5

aprile, davanti alla I sezione penale del tribunale di Roma.

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Ultima modifica: 9 Novembre 2015