Le ore contate sono diventati giorni, ma alla fine la quadratura del cerchio è arrivata: tutti e quattro i protagonisti della rapina ai danni del tassista di Ghezzano sono stati identificati dalla polizia.
Tre sono stati arrestati e, dopo la convalida del fermo, si trovano in cella. La donna, quarta componente di una gang di sbandati, una ventenne originaria di Voghera, è stata solo denunciata per gli stessi reati grazie anche a una collaborazione piena con gli inquirenti che ha permesso di contestare al resto della banda le accuse che spedito i tre in carcere per il raid di cui è stato vittima Franco Tinagli di 65 anni. Sono stati il capo della squadra mobile, Rita Sverdigliozzi con l’ispettore capo Lorenzo Piermarini della sezione antirapine, a definire i passaggi che hanno portato ai tre arresti nell’operazione “Notte brava”
Nomi già in possesso degli investigatori dopo la rapina del 22 luglio, ma sui quali non c’erano indizi sufficienti per procedere a una misura cautelare. Gli arrestati. Il primo a finire dentro era stato Nico Possenti, 21 anni, di Pisa. Il 27 luglio era toccato a Gianluca Caravelli, 29 anni, nato a Genova, ma con residenze ballerine tra Pontedera e Pisa. Lo hanno trovato alla stazione. Infine, il terzo arresto. Quello che ha permesso di scrivere l’ultimo capitolo della vicenda. Francesco Di Lupo, 28 anni, di Pisa, era sparito dalla circolazione subito dopo l’episodio. È stato fermato dalla Polfer il 2 agosto alla stazione Termini.
I poliziotti hanno pedinato alcuni familiari che, senza volerlo, con i loro spostamenti hanno condotto gli agenti dal latitante che aveva trovato un rifugio di fortuna nella capitale. Ora è a Regina Coeli. I ruoli. Da quello che è stato possibile mettere a fuoco durante gli interrogatori, il ruolo di “capo” lo esercitava Caravelli. Possenti è quello che, accanto al conducente del taxi, lo aveva colpito al volto con un casco provocandogli lesioni al sopracciglio destro e 5 punti di sutura. Di Lupo, invece, seduto dietro all’altezza del guidatore, è quello che afferrò Tinagli alle spalle immobilizzandolo.
Mentre Caravelli sarebbe sceso dall’auto, una Ford Focus, per poi puntare un coltello alla gola del tassista. Tinagli venne incappucciato con una pettorina catarifrangente e lasciato da solo all’1,30 di notte nel parcheggio sterrato sopra Calci. La Ford Focus venne lasciata e ritrovata nel primo pomeriggio di mercoledì 23 luglio in via Coccapani, dietro gli uffici della Procura della Repubblica. Le indagini. Di fondamentale importanza si sono rivelate le telecamere alla stazione. Prima di salire sul taxi il quartetto viene visto nello scalo ferroviario. Non solo. Le immagini ritraggono Possenti mentre scippa una giovane turista cinese prima di decidere, con gli altri amici, di montare sul taxi di Tinagli con l’obiettivo di rapinarlo (bottino di 700 euro).
«Essenziale è stata l’analisi della visione dei filmati delle telecamere di video-sorveglianza che ha visto la stretta collaborazione tra gli investigatori della Squadra Mobile, insieme agli operatori della squadra volante e della Polfer» sottolinea la dottoressa Sverdigliozzi. Gli indizi che hanno portato al fermo si sono basati sul riconoscimento del Possenti da parte dei testimoni. Ci sono poi i fotogrammi che lo immortalano con un casco in mano in piazza della Stazione poco prima di salire sul taxi per una cosa folle in una notte brava da balordi. Una ragazza, estranea ai fatti, ma anche lei nel giro notturno della stazione, era in compagnia dei quartetto e ha dato un contributo significativo per confermare l’identità di chi è stato arrestato o denunciato.
È stato il sostituto procuratore, Giancarlo Dominijanni a seguire – anche dalle ferie – lo sviluppo delle indagini. La ventenne è stata sentita dal magistrato che l’ha convinta a collaborare mettendo il sigillo all’operazione “Notte brava”. (…)
Fonte: la Nazione
Ultima modifica: 6 Agosto 2014