Un´ingiunzione provvisoria del tribunale di Francoforte ha bloccato in tutta la Germania Uber, la contestata app della start-up californiana che mette in contatto tramite smartphone passeggeri e auto con guidatore scatenando da tempo l´ira globale dei tassisti, dagli Stati Uniti all´Europa.
Ma è nella Germania, più refrattaria di altri a liberalizzare i suoi servizi e con regolamentazioni molto severe, che un tribunale ha dato ragione ai ricorrenti – Taxi Deutschland, consorzio di tassisti – e fermato temporaneamente il servizio Uberpop mentre altri ricorsi sono pendenti ad Amburgo e Berlino e i comuni di Monaco e Dusseldorf stanno considerando l´imposizione di divieti.
Gli autisti di Uber, hanno stabilito i giudici di Francoforte in via d´urgenza, non hanno i permessi richiesti dalla legge tedesca per trasportare passeggeri. L´applicazione, dunque, va fermata. Il divieto colpisce solo Uberpop, servizio peer-to-peer offerto da privati e risparmia Uberblack che offre limousine con chauffeur.
La guerra, però, è solo cominciata. Per il momento la società americana ha deciso di andare avanti, in attesa del giudizio definitivo, sfidando multe fino a 250mila euro per ogni trasporto «illegale» effettuato. Multe solo potenziali perché spetterà ai tassisti ricorrenti chiederne alla corte l´imposizione. «Lo faremo – ha promesso la portavoce di Taxi Deutschland, Anja Floetenmeyer – non abbiamo paura dei nostri avversari perché la legge è dalla nostra parte». Eppure a Berlino, dove una simile decisione è stata emessa ad agosto, i tassisti non hanno spinto per l´applicazione: sarebbero infatti tenuti a pagare i danni se il ricorrente dovesse vincere in appello (…)
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Ultima modifica: 25 Marzo 2015