Il vero modo per calmierare i prezzi dei taxi non è violare le leggi a garanzia della sostenibilità economica delle piccole imprese artigiane taxi, ma quello di strutturare una viabilità degna di un servizio pubblico. Perché, come mi successo ieri, devo “sequestrare” per 48 minuti un cliente dal Viale Nenni a piazza San Marco? Perché sono state tolte le preferenziali di via Bronzino o via del Ponte Sospeso? Perché il centro storico è stato spaccato in aree non comunicanti tra di loro, costringendo la nostra utenza a fare continui “tour” ed i nostri lavoratori ad uno stress psico-fisico senza precedenti?
Come si può seriamente parlare di tariffe predeterminate per tratte non garantite dalla corsie preferenziali se non riversando sui lavoratori del settore il prezzo di scelte amministrative di cantierizzazioni che nessuno sa quanti anni dureranno veramente? Come si può pensare di continuare a dire a chi lavora a tariffa amministrata di non poter recuperare neanche la magra Istat – unici in Italia! – , mentre tutti i costi di gestione, dal carburante, all’assicurazione, alle tasse, al generale costo della vita, aumentano senza freno? Quale idea di giustizia sociale porta a pensare di poter calmierare i prezzi di piccole imprese, e di lasciare spadroneggiare su beni e servizi primari i grandi gruppi economico-finanziari? Quale ripresa economica dobbiamo attendere ancora per vederci riconoscere ciò che ci spetta, se è venti anni che il sistema Paese crolla a picco?
E’ evidente che qui siamo di fronte ad odiose politiche da “botte piena e moglie ubriaca”. Ci ritroviamoumiliati da un odioso doppio standard: quello della carota verso le multinazionali del carsharing e quello del bastone verso le piccole imprese artigiane taxi. Perché un servizio pubblico come il taxi deve pagare 600 euro annui di canone di occupazione del suolo pubblico per 50 aree di sosta imposte dalla natura del servizio di piazza – e per di più sempre occupati da non autorizzati – e servizi privati come quelli del carsharing pagano le stesse 600 euro per parcheggiare liberamente in tutta la città? Ed infine sulla centrale unica, essa ha senso solo se supportata da una cooperativa unica, di modo da ridurre veramente i centri di costo per un’operazione a vantaggio sia dei lavoratori del settore che dell’utenza,altrimenti è una mera operazione politica a favore di una compagnia per ammutolire l’efficienza dell’altra, rendendo per di più i processi decisionali più farraginosi e dunque costosi.
In questi anni il servizio taxi ha mantenuto livelli di eccellenza riconosciuti dalla clientela, nonostante politiche amministrative a progressivo danno del servizio. Mentre noi in piena crisi investivamo in tecnologia, marketing e personale, senza alcun aiuto pubblico, portando la flotta taxi fiorentina ad essere la più eco-sostenibile d’Italia, la più veloce ad evadere le chiamate, dotata di molteplici strumenti di chiamata e pagamento, sempre pronta ad intervenire a sostegno delle realtà locali e nazionali in difficoltà, la politica ci aumentava l’illegittimo c.o.s.a.p., ci toglieva diverse preferenziali, trasformava la città in un labirinto, e nulla faceva per contrastare i servizi irregolari.
Il patto di lealtà col nostro servizio è stato violato su tutti i fronti! Oramai i clienti salgono sui nostri taxi non dicendoti più “buongiorno” ma dicendoti: “Come fate a lavorare in questo casino!”. Se l’obiettivo è quello di rendere il servizio taxi sempre meno efficiente per agevolare altri servizi, si sappia che la nostra bravura per migliorarlo sarà superiore a qualsiasi volontà distruttrice! Sulla tariffa chiediamo all’Assessorato: 1) di riprendere l’accordo che era stato trovato con l’allora Vicesindaco Nardella, che tra predeterminate e sconti alle fasce deboli rappresentava un giusto compromesso tra interessi da contemperare; 2) di attivarsi per il ripristino e la creazione delle nuove corsie preferenziali più volte indicate; 3) di eliminare immediatamente l’illegittimo canone di occupazione del suolo pubblico; 4) di combattere non solo in via repressiva – lasciando sola la Polizia municipale – ma a monte, con strumenti di deterrenza che coinvolgano autorizzazioni z.t.l., strutture ricettive, Ispettorato del Lavoro, le forme di abusivismo. Siamo pronti ad aprire fin da subito il tavolo di confronto che ci era stato promesso il 3 settembre scorso.
Claudio Giudici, presidente di Uritaxi Toscana
Ultima modifica: 10 Dicembre 2014