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Circa la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue, essa non impatta minimamente sulle normative italiane, in quanto esse non prevedono alcun rapporto codificato taxi-ncc come invece prevedeva la normativa catalana e le ragioni di contingentamento, se dal punto di vista logico sono un controbilanciamento agli obblighi di natura pubblicistica gravanti sui taxi (tariffa non libera ma amministrata, natura locale, obbligo di prestazione, obbligo di turno di servizio), sono in ogni caso assorbite dalle ragioni del giudice eurocomunitario che conferma la legittimità delle normative nazionali che prevedano in via preventiva autorizzazioni per i mezzi di trasporto taxi e ncc, per assicurare “obiettivi di corretta gestione del trasporto, del traffico e dello spazio pubblico, e di protezione dell’ambiente”, ribadendo dunque l’indirizzo di esclusione del trasporto pubblico di non di linea da politiche sintetiche di liberalizzazione tout court, già fatto proprio, d’altra parte, dalla direttiva Bolkestein.