Spagna: il Governo cambia strategia e si accinge ad approvare un regolamento nazionale per limitare l’attività dei VTC – Vehiculos Turismos con conductor (Ncc) – EL PAIS 07/07/2021


La nuova legge riguarderà le limitazioni in vigore nelle comunità autonome della Catalogna e Valencia, aumentando le sanzioni per società come Uber e Cabify
Il governo ha sostenuto le posizioni dei suoi partner parlamentari di Podemos e dei nazionalisti catalani contro i VTC che sfruttano piattaforme come Cabify e Uber e approverà un regolamento nazionale che introdurrà forti restrizioni che riguarderanno le leggi già in vigore nelle varie comunità autonome, secondo fonti parlamentari.Finora, il Ministero dei Trasporti aveva evitato la questione trasferendo completamente i poteri in materia alle comunità autonome.Alcune di loro come la Catalogna, la Comunità Valenciana, l’Aragona ed i Paesi Baschi hanno approvato regolamenti così restrittivi da rendere difficile l’attività di questo settore in diretta concorrenza con i Taxi.
Il dipartimento guidato da José Luis Ábalos si appresta ad una svolta decisiva in materia, approvando una legislazione nazionale che sanzioni l’attività irregolare dei VTC. Una sorta di regolamentazione minima sulla quale le comunità autonome possono, a loro volta, introdurre restrizioni più severe.
I gruppi parlamentari Socialista e Podemos hanno inoltre presentato un emendamento ad un disegno di legge che non tocca in modo diretto la legislazione dei VTC, ma che tutelerà i regolamenti delle diverse comunità autonome su aspetti come: i tempi minimi precontrattuali, le limitazioni alla circolazione, la partenza dalla rimessa prima di ogni servizio, e l’obbligo di tenere un registro e una mappa del percorso di ogni viaggio, tra le varie cose.


L’emendamento, approvato al Congresso, è stato recepito nella “Legge di modifica alla 16/1987 del 30 luglio sulla Gestione dei Trasporti Terrestri (LOTT) in materia di violazioni, per combattere i ritardi di pagamento nel settore del trasporto merci su strada” che sarà esaminato al Senato, e che dovrebbe entrare in vigore a metà ottobre, dopo il passaggio al Congresso.
Il nuovo regolamento nazionale, obbligherà ciascuna delle comunità autonome ad adeguarsi, ma verrà comunque lasciato a loro il potere di definire l’ampiezza delle limitazioni, consentendo alle comunità più rigorose contro le piattaforme elettroniche di mantenere le attuali restrizioni, e gli altri dovranno conformarsi allo standard nazionale.
Emendamento PSOE-Podemos
L’emendamento aggiunge il paragrafo 39 all’articolo 140 del LOTT attraverso cui divengono “violazioni molto gravi” tutta una serie di pratiche scorrette dei VTC, seguendo il modello rigoroso già in vigore nelle comunità autonome come la Catalogna. Costituisce così reato gravissimo “l’inizio di un servizio in un’area territoriale diversa da quella in cui è obbligatorio svolgerlo o la violazione dei limiti che definiscono la normale erogazione del servizio nel territorio dove è domiciliata l’autorizzazione”, secondo l’emendamento di cui abbiamo preso visione.
Sarà punibile anche l’inizio di un servizio da parte del titolare dell’autorizzazione senza una precedente prenotazione fatta dal cliente. Il tempo minimo di prenotazione non è specificato, affinchè le Comunità possano deciderlo autonomamente.
Ad esempio, la Catalogna ha approvato nel gennaio 2019 un tempo minimo di 15 minuti tra il momento in cui il cliente effettua la chiamata tramite app ed il momento in cui poter salire sul veicolo, ma ha lasciato libertà ai comuni come Barcellona ed alla sua area metropolitana di poter ampliare questo lasso di tempo (l’area metropolitana di Barcellona ha provato ad aumentarlo ad un’ora, ma il tentativo è stato bloccato dal tribunale). Anche il Comune di Valencia ha appena approvato un’ordinanza che prevede il limite di un minimo di un’ora.
Parimenti, si considera infrazione grave per il VTC circolare su strada per il procacciamento di clienti che non abbiano precedentemente richiesto il servizio tramite app nei tempi previsti; o fornire un servizio senza che il titolare dell’autorizzazione abbia comunicato per via telematica i dati ad esso relativi previsti dalla normativa vigente all’anagrafe delle comunicazioni dei servizi di autonoleggio con conducente presso la Direzione Generale dei Trasporti Terrestri.
Infine è sanzionato il mancato rispetto delle condizioni di legge o regolamentari stabilite in relazione all’itinerario ed agli orari di servizio, nonché è fatto obbligo di rispettare i requisiti tecnici e segnaletici del veicolo e di tenere bordo la documentazione necessaria comprensiva degli itinerari del servizio.
Alla fine di giugno, la Spagna disponeva di 17.155 licenze VTC, il che significa che durante i primi sei mesi del 2021 queste licenze sono aumentate di 364, il 50% in più rispetto all’intero anno 2020, quando sono state aggiunte solo 241 licenze a causa della grave crisi pandemica. Allo stesso tempo, le licenze taxi sono circa 64mila, anche se la loro concessione da parte dei comuni è ferma da decenni, con la conseguente creazione di mercato per la loro vendita.


L’opposizione della CNMC
La Commissione Nazionale dei Mercati e della Concorrenza (CNMC) si è più volte opposta a queste normative, sia a livello nazionale che regionale, che a suo dire limitano l’attività dei VTC, arrivando persino ad impugnarle in sede giudiziaria.
La CNMC indica fondamentalmente tre principali ostacoli alla concorrenza: i limiti quantitativi alle licenze VTC (attualmente 30 licenze taxi per ogni VTC), l’obbligo di prenotazione preventiva per il servizio e il divieto di sosta su strade pubbliche.
Le proteste del settore Taxi, con le grandi mobilitazioni iniziate nell’estate del 2018, hanno portato alla formulazione di normative restrittive. Il provvedimento più significativo è stato adottato in Catalogna, con il blocco di Uber a Barcellona (ora è fruibile solo come app per i tassisti).

Ultima modifica: 12 Luglio 2021